Qualcuno ha previsto un calo per la produzione della manifattura? Chi? Perché? Cosa fare?
Partiamo dalla prima domanda: chi.
Un rapporto dell'Organizzazione della cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha anticipato che la produzione manifatturiera in Europa è destinata a diminuire del 2,1% nel 2023.
Può sembrare poco, ma in realtà si tratta del primo calo significativo dal 2020, quando la pandemia ha colpito duramente l'economia globale.
Per giunta si tratta di un calo previsto in tutti i principali paesi europei, con contrazioni in Germania (del 2.3%) ed in Francia (2.2%).
Passiamo ora alla seconda domanda. Perché?
Aimè facile, come immaginabile, principalmente per l'aumento del costo delle materie prime e dell'energia, soprattutto a causa della guerra in Ucraina e delle misure di politica monetaria restrittiva delle banche centrali.
In questo senso, purtroppo, nonostante sia prevista una nuova crescita nel 2024, il livello della produzione del 2022 non sarà raggiunto prima del 2025.
Ora passiamo alla più interessante: quali ripercussioni dobbiamo aspettarci?
In generale, essendo il settore manifatturiero un importante motore di crescita ed occupazione, il suo calo porterà inevitabilmente ad una perdita di posti di lavoro, oltre ad una riduzione del PIL.
Inoltre, avrà un impatto sia sull'aumento di prezzi, che su una maggiore importazioni di beni e servizi verso i quali l'Europa sarà sempre più dipendente.
Ed ancora più importante, come controindicazione, si ripercuoterà sulla competitività delle imprese europee.
Non volendo noi, però, essere troppo pessimisti, pensiamo subito alle contromisure.
Ovviamente potremmo citare gli aspetti politici sui quali varrebbe la pena concentrarsi:
- sostegno alle imprese per affrontare gli aumenti
- investimenti in ricerca e sviluppo per l'innovazione
- miglioramento della formazione professionale per le nuove esigenze del mercato
.. ma non essendo politici navigati, prenderemo il lato pratico relativo a cosa le aziende manifatturiere potrebbero fare.
Per prima cosa, investire sull'innovazione!
Ma non nel senso di acquistare attrezzature acclamate come tecnologicamente avanzate senza che possano attecchire nelle nostre aziende.
Acclamate o no, devono essere volte alla riduzione degli sprechi ed a migliorare la produttività.
E poi, focalizzarsi sulla qualità, ovvero prodotti e servizi devono adeguarsi al mercato internazionale.
Non è più concesso non contraddistinguersi attraverso la qualità e la grandissima storia dell'artigianato italiano.
Soprattutto ampliando i propri mercati e svincolandosi dalla povertà di un singolo cliente abbracciando diverse possibilità.
Se, però, volessimo agire più concretamente, probabilmente dovremmo:
- focalizzarci sulle produzioni di nicchia: non viene mai considerato abbastanza il vantaggio competitivo delle aziende italiane in quest'ambito, con la loro qualità nata dall'esperienza del mestiere
- trovare collaborazioni chiave con altre aziende, partner imprescindibili per offrire soluzioni più complete ed in linea con le richieste dei clienti, questa volta aspetto sottovalutato dalle aziende stesse
- in ultimo, le nuove sfide sono affrontabili solamente con un personale preparato, per cui si è speso in una formazione accurata e focalizzata all'allineamento con le nuove tecnologie
Per essere chiari ancora una volta, il calo del lavoro nel settore manifatturiero altro non è che una sfida importante per l'economia italiana.
E le aziende che sapranno affrontare questa sfida saranno in grado di prosperare anche nel futuro prossimo.
Soprattutto quelle che avranno saputo adoperarsi per trovare soluzioni tecniche vicine alle reali esigenze delle loro imprese.
Alla prossima truciolatori!