In molte occasioni abbiamo accennato al ruolo fondamentale che occupa il capitale umano nelle aspirazioni di stabilità e crescita di un'azienda metalmeccanica. Nonché di quanto sia complessa la situazione attuale del mondo del lavoro. Analizziamone assieme i punti cruciali.
Alla base di tutto c'è, ovviamente, il sistema scolastico tecnico italiano, ed è già qui il primo nodo cruciale: se anche tu, come molti di noi, hai frequentato un istituto tecnico, ti sarai reso conto che l'istruzione fornita è, molto spesso, veramente lontana dalle reali esigenze del mercato, e quindi delle aziende di settore.
In breve, il piano di studi è statico ed inalterato nel tempo, la percentuale della dottrina applicabile in un possibile lavoro futuro è agli sgoccioli e le applicazioni pratiche sono rare e mal congeniate.
Ovviamente, non intendiamo in nessun modo addentrarci in questioni politiche, ma vogliano analizzare lo stato di fatto, poiché crediamo che solo questo possa darci la consapevolezza necessaria per migliorare le cose.
Tantissimi insegnanti degli istituti tecnici inoltre (non facciamo di tutta l'erba un fascio), con tutta probabilità per ragioni economiche, svolgono altri lavori al di fuori dell'insegnamento: ciò significa che, il più delle volte, si occupano soltanto di portare avanti un programma scolastico farraginoso ed assegnare i voti per quadrimestre.
Ci sono poi, nondimeno, anche degli straordinari esempi di professionalità, veri highlander dell'insegnamento, scaldati dal sacro fuoco del sapere, che vanno aldilà del voto. Persone che ti fanno toccare con mano, che hanno cura che tu possa imparare quanto ti servirà con certezza dal giorno successivo (siamo sicuri ve ne sarà venuto in mente almeno uno per la vostra storia scolastica).
Ma purtroppo, come dicevamo, si tratta di eccezioni.
Ora, caro fantomatico studente, una volta terminato il tuo percorso di studi, ti aspettano le agenzie del lavoro.
Nulla togliere a questi secondi enti incaricati di far incontrare domanda ed offerta del mercato, ma obiettivamente, più le mansioni da ricoprire sono tecniche, più le stesse agenzie sono in difficoltà.
Molte di loro organizzano corsi di formazione per i dipendenti, in modo da renderli più consapevoli dal momento in cui creeranno nuovi annunci di lavoro, generando dei veri e propri specialisti in alcuni casi. Ma, purtroppo, ancora una volta la maggior parte di loro, vista dall'interno di un settore così fortemente tecnico, risulta scarsamente preparata o soltanto saltuariamente impiegata.
Tutto ciò, senza dubbio, ricade su profili, presentati all'azienda di turno, assolutamente fuori target, con minima attinenza a quanto ricercato, solamente per parole chiave (esempi: un marchio CN, un software CAM, ) e, quasi sempre, "possibilità di crescita" futura.
Tirando una riga, tutto ciò risulta enormemente attuale se già considerate le professioni di tornitore o fresatore presenti nel settore dal molti anni.
Ma cosa ne è delle nuove professioni?
Quali? Beh, analisti di tempi e metodi certamente.
Abbiamo visto come l'avvento dell'industria 4.0 di stampo tedesco abbia inondato il settore di macchinari complessi, più o meno "automatici", ma quasi tutti interconnessi, capaci di scambiare dati con un sistema gestionale centrale.
Bene. Allora, come abbiamo detto in precedenza, chi potrà essere ad analizzare tutti questi dati all'interno di un'azienda metalmeccanica media italiana?
E quali sono, il percorso di studi (prima) ed il percorso di avvicinamento al lavoro (dopo), che dovrà seguire una figura di questo genere?
Noi crediamo che la soluzione non sia nelle macchine, che non sia nel riempire l'azienda di risorse per una ipotetica futura crescita.
Non crediamo che il sistema formativo debba funzionare di per sé. Crediamo che il primo passo debba essere delle aziende italiane, perché solo attraverso loro si può abbracciare una istruzione tecnica funzionale.
Motivo per cui all'interno delle nostre consulenze, tra le prime cose, analizziamo le esigenze del personale e le opportunità di crescita con percorsi formativi ad hoc.
In ultimo, quindi, la povertà della risposta con figure congeniali e motivate per questo mercato, è realmente il problema? Od, anche, è la domanda del mercato che sta prendendo un po' troppo il largo?
"Non esistono risposte giuste o sbagliate. La via è l'interpretazione."
A presto, su Radio Truciolo.